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UN GIORNO ALLA SCUOLA DI NACALA

UN GIORNO ALLA SCUOLA DI NACALA

Carissimi amici,

mi chiamo Elisabeth e lavoro presso la scuola femminile di Nacala Porto, nel nord del Mozambico, tra la popolazione è Macua. Abbiamo 300 studentesse, molte delle quali provengono da lontano e appartengono ad altri gruppi etnici. La metà delle ragazze vive nel collegio, dove accogliamo tutte senza distinzioni, ma diamo la preferenza alle più povere che provengono dall'entroterra o alle orfane perché hanno meno opportunità.

Ogni giorno ascolto tante storie e mi meraviglio di fronte alla loro sofferenza e alla loro resilienza. La maggior parte di queste giovani donne cova risentimento dentro di sé, rabbia repressa per la vita che ha incontrato e dovuto affrontare: abusi, abbandono da parte delle loro famiglie, povertà, sofferenza, ecc. 

Noi missionarie comboniane sosteniamo queste giovani donne, ascoltandole e cercando insieme a loro la speranza. Non è facile, ma sapere che ci sono persone interessate a loro è un incoraggiamento. E cercare insieme un futuro diverso dà loro il coraggio di intraprendere la costruzione di una vita diversa da quella che hanno.

La mattina tengo la lezione di “Moralità ed Educazione Civica” mentre nel pomeriggio quella di “Comunicazione Sociale”. Lo adoro! Per supportare la teoria utilizzo numerose storie, citazioni, canzoni e film; ci sono sempre molti dialoghi e opinioni da tutte le parti. Le studentesse si divertono perché, come dicono alcune, a casa non riescono a parlare. Alcune ragazze, infatti, per motivi religiosi, non possono esprimere le proprie opinioni in famiglia o nella comunità. Ci sono ancora posti in Mozambico dove le donne non possono parlare, sono ancora sottomesse agli uomini, alle dottrine, ecc. quindi esprimere la propria opinione le fa sentire persone.

Uno degli obiettivi della scuola femminile di Nacala è quello di sviluppare il pensiero critico, acquisire una sana autostima, sviluppare capacità di parlare in pubblico e acquisire valori per migliorare la propria vita. Ciò che conta è quindi la partecipazione attiva e riflessiva alle lezioni.

Nel tardo pomeriggio visito il corso di cucina, un'iniziativa che aiuta le giovani donne a trovare un'occupazione autonoma. Le mie sorelle contribuiscono a questo sforzo tenendo lezioni su cucina internazionale, gastronomia, ecc. Si divertono a imparare e a provare ciò che cucinano; ne portano sempre un pezzettino a casa perché lo assaggino i loro figli.

Mi riempiono di gioia e sapore; sono felici. Sanno che in seguito potranno guadagnare un po' di soldi e diventare più indipendenti, contribuendo così a sostenere le loro famiglie. Concludo la mia giornata di servizio, felice per le emozioni vissute, e mi unisco alle mie sorelle con cui condividiamo la giornata ringraziando Dio per tanta bellezza, resilienza, perseveranza e gentilezza che troviamo nel popolo mozambicano.

 

Sr. Elisabetta Carrillo