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INDIVIDUARE E CONDIVIDERE SOLUZIONI ECO-FRIENDLY

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Il St. Daniel Comboni Spiritual Centre si trova sulla collina di Namugongo, nella periferia di Kampala, in Uganda. In questo centro viene offerta una formazione continua a tutti quelli che sono alla ricerca di un posto tranquillo per la riflessione, la preghiera o per incontri. Quando sono arrivata, nell’ottobre del 2022, mi ha subito colpito la bellezza di questo luogo: gli edifici, il parco, i fiori e le piante, il silenzio che consente di ascoltare la natura che si manifesta nel canto degli uccelli.

Ispirata sia da quell’incanto che dal messaggio di Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato Si’, ho cominciato a chiedermi in che modo avrei potuto contribuire alla salvaguardia della natura di quel luogo. Fortunatamente, ho avuto modo di conoscere un giovane e appassionato esperto in agro-ecologia che ci ha già dato molte dritte concrete su come migliorare il nostro impatto ambientale.

La sfida maggiore, e tutt’altro che banale, è stata quella del trattamento dei rifiuti che produciamo al centro. All’inizio smistavano semplicemente i vari rifiuti (organico, carta, plastica e vetro) in grandi bidoni. Il problema però era: come smaltire le singole raccolte? In un primo momento, il personale del centro ha deciso di smaltire i materiali organici usandoli come compost nel giardino, ma questi – essendo aciduli – arrecavano danni alle piante.

Il nostro bravo agro-ecologista però ha trovato la soluzione: utilizzare quei rifiuti per preparare il Bakashi, un concime organico locale, che si ottiene mischiando i rifiuti organici con bucce di caffè, polvere di carbone e altro ancora, secondo una “ricetta” tradizionale. In poche settimane si ottiene così un letame ecosostenibile idoneo sia per gli ortaggi che per i fiori.

Oltre al Bakashi produciamo concime anche dallo sterco di mucca, a cui si dà qualche tempo per decomporsi. Purtroppo il centro non dispone di un capannone per i fertilizzanti biologici, per cui, in mancanza di uno spazio dedicato, tutto il materiale organico viene lasciato decomporre sul pavimento dell’ex pollaio. Il nostro sogno è quello di costruire una capanna apposita, per poter liberare il pollaio e avviare in quello spazio un piccolo progetto di allevamento di polli Kuroiler.

Anche per quanto riguarda la raccolta della carta c’è stato un grande cambiamento. Fino a qualche tempo fa, la carta veniva raccolta in un grande mucchio e dato alle fiamme due volte al mese con grande disappunto dei nostri vicini. Ma grazie al nostro consulente abbiamo introdotto la cosiddetta pirolisi, un tipo di combustione che limita il rilascio di anidride carbonica nell'atmosfera. Con questa tecnica, la spazzatura brucia lentamente creando polvere di carbone, chiamata biochar, che può essere utilizzata per produrre concimi organici.

Per quanto riguarda il materiale plastico lo raccogliamo e lo puliamo, in modo che possano venire a raccoglierlo per il riciclaggio. Le bottiglie d'acqua, invece, le mettiamo da parte per una signora che viene a portarle via per venderle. Un aspetto che non abbiamo ancora risolto è lo smaltimento dei vetri rotti, ma siamo fiduciose che prima o poi qualcuno condividerà con noi una bella idea!

Per proteggere la vegetazione da insetti infestanti, al centro spruzziamo una soluzione preparata con urina animale e ceneri, che respinge gli insetti senza ucciderli e apporta molti nutrienti alle piante, il che si traduce in una maggiore produttività delle colture ortofrutticole e in una fioritura estesa delle piante ornamentali. Naturalmente di strada ce n’è ancora molto da fare per mettere in pratica l’appello Papa Francesco, ma l’importante è non smettere mai di prendersi cura della “nostra casa comune”, nel nostro piccolo, in tutti i modi anche quelli più semplici e ovunque ci troviamo.

 

Sr. Rosemary Nassali