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IN FONDO AL TUNNEL FA OCCHIOLINO LA SPERANZA

IN FONDO AL TUNNEL FA OCCHIOLINO LA SPERANZA

Il sorriso non costa nulla né per chi lo dà, né per chi lo riceve. Vorrei potervi trasmettere il sapore dell’esperienza, e fare per voi una cornice.

Era un pomeriggio caldo e colorato quando incontrai Wendemu ed il fratellino Fasica. Capii subito che erano nel bisogno non solo di cibo, ma di affetto e di calore umano. Con l’aiuto del catechista mi feci spiegare la loro situazione. Erano orfani o meglio… la mamma era morta nel dare alla luce Fasica e il papà li aveva abbandonati alla loro sorte. La gente del villaggio se ne prendeva cura, ma la mancanza era evidente in entrambi.

Non potevo credere ai miei occhi: denutriti, sporchi, apatici… mi avvicinai a loro sorridendo ed abbassandomi alla loro statura. Avevo con me delle banane e gliele porsi nel tentativo di guadagnarmi la fiducia. Coccolai per un po’ il piccolo Fasica e non me lo staccai più di dosso. Un fischietto che portavo nella borsa diventò il suo primo regalo prezioso, ma non aveva la forza di soffiarci dentro. Li portai a casa e restarono con noi per parecchio tempo.

Le parole di Gesù mi tornarono alla mente: chi da un bicchiere d’acqua al più piccolo, lo dà a me. L’amore dato loro insieme a banane, uova e pane ha compiuto il miracolo: si sono rigenerati. Noi suore Comboniane siamo chiesa non di “visita” ma di “presenza”. Siamo donne della diaconia, cioè del servizio ministeriale con Gesù fino alla terra delle persone impoverite e dimenticate. Siamo qui per annunciare l’unica parola che conta: il Signore è risorto, la morte non ha mai l’ultima parola.

In fondo al tunnel fa occhiolino la speranza: Wendemu e Fasica sono il futuro del mondo e sono in cammino, sono risorti. La risposta alla disuguaglianza è la condivisione, la risposta alla disperazione è la fiducia e una speranza senza limiti, la risposta ai pregiudizi, è il perdono. Quando si conosce la gente, quando si è presa coscienza dei suoi bisogni, delle sue sofferenze, ci si rende responsabili. Toccando il povero, raggiungendolo, stabilendo una relazione con lui, il mistero si svela: nel cuore del povero c’è la presenza di Gesù

Dove sta l’essere umano oggi? La nostra presenza con loro cosa può portare? Cosa migliorare? Che risposta daremo? Queste sono le domande chiave alla quale noi vogliamo rispondere… e le chiavi per una soluzione le ha la vita stessa, vita nella quale tutti siamo inclusi. Vita nella quale viviamo.

Noi iniziamo un cammino, voi siete la forza della nostra speranza.

Grazie dal profondo del cuore.

Ed ora a tutti/e Buona Pasqua di Risurrezione.

 

Sr Nives Battaglia