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DAVANTI A ME C’È LA VITA

DAVANTI A ME C’È LA VITA

Carissimi amici, tanti saluti da Lira.

È da poco finito il campo natalizio e desidero condividere con voi com’è andato. Quest’anno abbiamo avuto 225 bambini ospitati in una scuola statale. Il 9 dicembre sono arrivati alla scuola, sembravano fiumi d’acqua che arrivano al mare. Gruppi gioiosi che portavano le loro stuoie per dormire e una borsetta per il cambio. Hanno aspettato un anno intero questo momento.

Per loro, che sono orfani, il campo rappresenta uno spazio sicuro, uno spazio dove non devono difendersi da estranei o da violenti, un luogo in cui trovano cura, attenzione e comprensione; un luogo dove sanno di trovare affetto, stima e dove saranno trattati con dignità.

La gioia di ritrovare gli amici dell’anno precedente è stata grande. La musica e i canti tipici del campo hanno creato una bella atmosfera.

“Siamo le piccole stelle che brillano sulle cime dei monti… Amo la vita, amo i miei amici, amo la mia famiglia, il mio Paese” cantavano con gioia “Sarò un futuro maestro, sarò un futuro leader, sarò un futuro medico…davanti a me c’è la vita.”

Questi canti composti da noi, li riempiono di speranza. Quest’anno, abbiamo notato che la maggioranza dei bambini era molto dimagrita. Alcuni di loro avevano piaghe tropicali nelle gambe e la pelle arida e irritata. Ricordandoci degli anni precedenti abbiamo iniziato subito a controllare le condizioni del cavo orale, trovando molti bambini con denti rotti o cariati. Non abbiamo quindi perso tempo. Piccoli pulmini hanno portato i bambini dai dentisti, erano una trentina, e l’infermiere della scuola ha iniziato subito le medicazioni del caso. Era strano vedere i bambini felici di andare dal dentista o dall’infermiere… forse perché al villaggio nessuno si cura di loro, piccoli lasciati a sé come fiori nei campi.

Abbiamo approfittato quindi di questa vacanza di 5 settimane per curarli e nutrirli adeguatamente in modo che possano riprendere un peso normale e così affrontare meglio le malattie stagionali (malarie, influenze). Per questi bambini mangiare la carne due volte l’anno è una fortuna… al campo la mangiano tutte le settimane alternata con uova e pesce. Il pesto di noccioline e il miele con pane alla domenica danno poi al campo l’aspetto di un piccolo angolo di paradiso per loro. I bambini migliorano a vista d’occhio.

Dopo qualche giorno, quando i bambini si sono stabiliti, come di consueto, abbiamo organizzato il “Life Forum” una discussione aperta a tutti, per sapere a grandi linee com’era andato l’anno nel villaggio, in famiglia e a scuola. Piccoli gruppi di ascolto si sono susseguiti nei pomeriggi per lasciare ai bambini il tempo per esprimere ciò che li aveva angosciati maggiormente: la violenza domestica è stato il soggetto più ricorrente.

L’estrema povertà, l’ambiente di campagna povero di stimoli, la fame e spesso la malattia senza possibilità di guarigione, spinge molte famiglie a rifugiarsi nell’alcol con conseguenze terribili, soprattutto per i bambini testimoni oculari di tanta violenza. La maggioranza dei bambini ha anche condiviso la sofferenza e l’umiliazione di essere additati come ammalati. Alcuni genitori si rifiutano di fare giocare i propri figli con loro quasi fossero contagiosi. Lacrime silenziose scendevano dai loro occhi mentre si chiedevano che male avessero fatto per essere nati malati.

Come animatori abbiamo deciso di mettercela tutta nel dare loro gioia, pace, affetto, coraggio e speranza. Una forte gioia prolungata lavora in loro con la potenza simile a quella di un vulcano, buttando fuori dal loro intimo tutta quella sofferenza che si era depositata soffocando ogni speranza. Non possiamo cambiare gli adulti, ma possiamo trasformare i bambini.

Abbiamo iniziato ad organizzare commedie, giochi di gruppo, apparizioni di clown con le tasche piene di caramelle. Abbiamo raccontato favole e insegnato danze popolari. Abbiamo organizzato gare e partite di pallone. Abbiamo fatto fare loro vari lavoretti con diversi materiali. Non c’era tempo da perdere.

I bambini hanno celebrato la Vigilia di Natale al campo. Hanno accolto con grida di gioia i Babbi Natale che andavano nelle classi a distribuire peluche. Poi hanno fatto festa con tanto di torta e succhi di frutta per merenda e per pranzo pollo e riso. Un grande Natale per loro.

Trascorse le 5 settimane i bambini erano visivamente cambiati: occhi gioiosi, sorrisi, aspetto sereno e fisico migliore. Il pomeriggio prima di andare a casa i maestri hanno incontrato i loro gruppi di ascolto per raccomandarli al Signore; poi ogni bambino ha ricevuto un sacchetto con alcuni chili di fagioli da portare a casa. Mesi duri li aspettano e di sicuro un piccolo aiuto sarà gradito alle famiglie.

Nel salutare i bambini che lasciavano il campo, qualcuno guardava il suo maestro come per dire “non dimenticarti di me”. Il sorriso e l’accenno della testa faceva capire al bambino che ci si sarebbe visti ancora durante l’anno. Era una promessa.

Desidero ringraziare di cuore tutti coloro che ci hanno dato la possibilità di organizzare questo campo per i bambini e ci hanno sostenuto economicamente.

Che il Signore vi benedica ed esaudisca i desideri di bene che portate in cuore.

 

Sr Angiolina