SFIDA ALLA SICCITÀ
Carissimi amici della missione,
Con questa lettera desidero darvi un po’ di notizie e ringraziarvi per l’aiuto che date alla popolazione ugandese soprattutto in questo periodo di siccità e carenza alimentare per la zona Lango.
Era da parecchi anni che qui non si vedeva una siccità cosi prolungata. La gente ha visto i raccolti della prima stagione tutti bruciati. Ora la gente sta seminando per la seconda stagione delle piogge che speriamo sia buona.
Sto già pensando al campo dei bambini che faremo in dicembre, non credo proprio che avremo tutte le verdure per loro.
Prevediamo 280 o 300 bambini perché non abbiamo più restrizioni da Covid e sentiamo quanto desiderio hanno di ritrovarsi insieme ai loro amici degli anni passati. Da parte nostra visitando le loro famiglie, vediamo quanto hanno sofferto in questo periodo soprattutto guardando I loro corpicini emaciati, per cui siamo desiderosi di ritrovarli in salute al più presto possibile.
Mi sono ricordata che in alcune tribù della Karamoja, (nel nord Uganda) bollivano le verdure, le seccavano e le mettevano via con un po’ di sale per usarle durante la lunga stagione asciutta. Credo che farò anch’io così.
Stiamo provando a metter via le melanzane e altre verdure verdi facendole seccare, ma è anche vero che il tempo fa quello che vuole e non sempre il sole splende e il lavoro riesce, ma il pensiero di mettere via qualcosa di buono per i nostri bambini, ci dà coraggio e l’audacia di provare.
Abbiamo chiesto aiuto ai nostri ragazzi, comperato due sacchi di verdura fresca e ci siamo messi all’opera. Parlavamo dei nostri bambini, i giovani ricordavano quando anche loro erano al campo e tutte le cose belle che hanno scoperto grazie ad esso: la prima volta che hanno visto la televisione, primi film Disney, i colori, il dipingere, il ritrovarsi insieme nei balli tradizionali.
Missione credo sia anche questo, aver cura dei bambini che ci sono stati affidati anche in cose semplici come pulire le verdure e cucinarle per loro.
Finito il tutto, abbiamo deciso di visitare alcune famiglie. In questo contesto di perdita del grano e dei prodotti dei campi che avrebbero alleviato la sofferenza in un periodo di ristrettezze, visitando le famiglie e portando un po’ di aiuti alimentari, si è creata un’atmosfera di festa, soprattutto tra i bambini e i loro nonni.
Ad alcune famiglie abbiamo portato anche dei maialini. Ho visto quanto amore hanno i bambini per loro.
Quando i maialini vengono tolti dalla mamma e portati via perché autosufficienti, gridano di paura. I bambini sanno come calmarli. Essendo ancora piccoli, se li prendono in braccio e li calmano accarezzandoli, coccolandoli come i cuccioli di cane. Ovviamente diventano il centro dell’attenzione dei bambini e delle loro premure.
Qualche volta diamo loro informazioni o idee che possono aiutarli nel periodo di secca che durerà almeno 3-4 mesi. Per chi tra loro non ha terra da coltivare o campi, portiamo loro semi e sacchi vuoti da riempire di terra. È il modo più semplice per avere un po’ di verdure vicino alla capanna. Sono modalità nuove per loro, ma utili per il vivere quotidiano.
La visita alle famiglie, per noi missionari, è una sfida vera e propria. Povertà e solidarietà diventano un tutt’uno. Non ho mai sentito brontolare o inveire contro un destino avverso o chiunque sia la causa della loro ristrettezza. Gli aiuti vengono accolti con gioia e rendimento di grazie a Dio Padre dei poveri.
Carissimi amici vi dico un grazie riconoscente per il vostro aiuto rivolto alle famiglie e ai loro bambini. Ne abbiamo visitate molte e tutte vi sono riconoscenti e vi assicurano la loro preghiera.
Che il Signore vi Benedica, vi ricompensi e vi conceda le grazie più belle che avete in cuore.
Sr. Maria Marrone