SERVIRE E ACCOMPAGNARE
Dopo alcuni anni di lavoro nel ministero sanitario nella zona di Kandee (Mongu) in Zambia, ho l'impressione che le cose stiano lentamente ma inesorabilmente cambiando. Una delle cose che mi dà più gioia è vedere il bene che la Chiesa fa per le persone attraverso le nostre attività. Perché lo dico? Perché lo vedo ogni giorno attraverso il mio lavoro. Il gruppo di "Promotrici della Salute" con cui lavoro è un gruppo di donne con una formazione a volte molto semplice, ma che ha imparato negli anni a supportare i casi più difficili, sia di bambini malnutriti che di altre situazioni precarie del territorio.
Il lavoro di queste operatrici sanitarie comunitarie è davvero meraviglioso. Hanno imparato come prendersi cura dei neonati e delle madri incinte. I loro consigli sono molto pertinenti e saggi. Inoltre, poiché le donne lì parlano solo silozi, queste donne aiutano traducendo dall'inglese al silozi ciò che le madri non capiscono. Posso davvero dire che questo team rappresenta uno dei più grandi successi della missione in questo ambito.
Queste donne non appartengono alla Chiesa cattolica, ma ad altri gruppi religiosi della zona: Battisti, Avventisti e Chiesa Neo-Apostolica. Io sono la coordinatrice del gruppo e loro sanno che sono lì in rappresentanza della Chiesa cattolica.
Un giorno, parlando tra di noi, mi hanno detto: "La Chiesa cattolica è davvero diversa. Nelle nostre chiese ci limitiamo a pregare e a cantare, ma non ci prendiamo cura di altri aspetti come l'aiutare chi è nel bisogno".
Questa riflessione mi ha sorpreso. Come gruppo interreligioso, le persone possono vederci da una prospettiva diversa e percepiscono che dietro ogni cosa che facciamo, diamo importanza a Dio, attraverso la cura degli altri. Essere una squadra con queste caratteristiche è un modo per testimoniare l'unità nella diversità; è un modo di evangelizzare.
Nella nostra comunità siamo quattro suore. Una si occupa della pastorale generale, un'altra degli agricoltori, un'altra dell'educazione e io mi occupo dell'assistenza sanitaria. Visitiamo le famiglie, comunichiamo e condividiamo le nostre esperienze in modo da poter intervenire in qualsiasi ambito per affrontare le situazioni che vediamo.
È meraviglioso perché è uno sforzo collaborativo; non siamo isole isolate. Condividiamo, ci sosteniamo a vicenda e siamo sostenute dalla nostra fede in Gesù. Credo che ciò che abbiamo sperimentato in questa missione possa essere riassunto da ciò che diceva San Daniele Comboni: "fare causa comune" e dare alla popolazione locale l'opportunità di essere protagonista della propria evangelizzazione.
Siamo lì per servirli e accompagnarli.
Sr Sonia de Jesús García.