L'OPPORTUNITÀ DI UNA NUOVA VITA

Mi chiamo Jeannette e devo dire che il Signore mi ha benedetta perché oggi ho l'opportunità di una nuova vita per me e i miei figli grazie al progetto della Maison Social Saint Daniel Comboni: "In piedi per un futuro migliore". Ho trascorso un'adolescenza normale nella periferia di Kinshasa. Vivevo con mia madre e i miei fratelli. Mio padre è morto quando era piccola e mia madre ha sempre dovuto arrangiarsi per sfamarci. Sono andata a scuola solo fino al terzo anno di materie umanistiche, perché non potevano pagarmi le tasse scolastiche, così ho imparato a leggere e scrivere. Insieme a mia madre facevo anche dei piccoli lavori per guadagnare un po’ di soldi.

A 20 anni ho trovato marito e ho iniziato ad avere figli. Il lavoro di mio marito era aiutare a scaricare i camion. Quando è nato il mio terzo figlio, una bambina, mio marito ha contratto una grave forma di malaria ed è morto; sono rimasta sola con i miei tre bambini piccoli. Ero disperata e non sapevo come dare da mangiare ai miei figli, perché anche mia madre non poteva aiutarmi molto.
Un giorno un amico di mio fratello mi parlò di questa Casa Sociale che aiutava le ragazze o le giovani madri a imparare un mestiere. Ero emozionata, volevo davvero imparare a guadagnarmi da vivere ma allo stesso pensavo: Come posso lasciare i miei figli con mia madre? Cosa mangeranno? Come vivranno? Ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che avremmo dovuto fare almeno 6 mesi di formazione; ne ho parlato con mia madre, che mi ha incoraggiato ad andare e ha accettato di restare con i bambini per quei 6 mesi.
Ho scelto il corso di Estetica e Parrucchiera e alla Maison Social ho ricevuto anche altre formazioni come Alfabetizzazione, Educazione alla Vita, artigianato, ecc. Alla fine di ogni mese tornavo a casa e a volte mi accorgevo che i miei figli non avevano abbastanza da mangiare. Poiché le sorelle mi davano soldi per il trasporto e qualcosa in più, li usavo per comprare cibo per i bambini. Il primo mese non mi sono sentita bene, avevo molta febbre, cicli dolorosi, mal di testa. Le suore capirono che forse era per la preoccupazione di aver lasciato a casa Frida, la mia bimba più piccola, a farmi stare male e così mi permisero di portarla alla Casa Sociale. Da quel momento tutto andò bene.
Quando ho finito la formazione, le suore mi hanno dato qualcosa per aprire il mio salone da parrucchiere, per acquistare materiali e strumenti per la piccola attività e ora ho un lavoro e non ci manca nulla.
Oggi ho le condizioni necessarie per prendermi cura dei miei figli e posso anche aiutare mia madre. E il mio sogno per il futuro è di poter aiutare altre ragazze, altre persone, ad avere successo nella vita, aiutarle come sono stata aiutata io.