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IL DIRITTO DI STUDIARE

IL DIRITTO DI STUDIARE

“Sorella per favore mi puoi aiutare a fare andare a scuola la mia bambina?”

“L’anno prossimo potresti aiutare il mio bambino a continuare gli studi?”

“Per favore sorella non dirmi di no…”

 

Alle orecchie del mio cuore giungono tante domande pressanti, imploranti, disperate alle volte... se poi guardo gli occhi della bambina in fremente attesa di quello che risponderò mi si stringe il cuore perché a volte devo dire di no. Impossibile rispondere positivamente a tutti, nonostante il grande aiuto del progetto. Un uniforme, un paio di scarpe nuove, uno zaino con alcuni quaderni, una matita, una penna stilo… ed eccoli pronti per un nuovo anno scolastico... tanta gioia nel cuore, la speranza di un futuro più degno... chi lo sa.

Ma le scuole publiche gratuite sono poche e hanno un livello qualitativo di insegnamento molto basso; spesso gli insegnanti non ricevono i loro salari e per tale motivo cominciano a scioperare lasciando i bambini a casa. Mentre le scuole convenzionate tra lo Stato e le Chiese, che in teoria dovrebbero offrire più qualità a fronte di una la retta più alta, spesso pensano più al loro guadagno che al livello di educazione, con rare e buone eccezioni.

Molti sforzi sono stati fatti dal ministero dell’Educazione congolese per migliorare la situazione, anche grazie a diversi aiuti internazionali, ma purtroppo la maggioranza degli studenti, soprattutto delle ragazze, non arriva a frequentare la scuola secondaria…. E una popolazione che non frequenta la scuola non può sviluppare una coscienza critica dei propri diritti e doveri.

Purtroppo, la priorità per molte famiglie non è mai la scuola… prima pensano alle necessità vitali e poi al resto. A causa della malaria e del tifo, di un ambiente malsano, di un’alimentazione precaria e dell’acqua non potabile, i bambini sono spesso malati e allora quel poco che si ha lo si spende in una medicina, quando possibile, piuttosto che in un libro.

Ciò che fa rabbia è che la Repubblica Democratica del Congo è un Paese ricco, ma che spreca le sue ricchezze per sostenere una guerra che sembra non finire più e che la comunità internazionale ignora, perché ci sono troppi interessi in gioco. Questione di giustizia... e i bambini non dovrebbero pagare la spesa.

 

Sr. Amelia Pascoal Ferreira